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TRATAKA

Concentrazione e purificazione


Hai mai sentito parlare di “trataka”? Se sei interessato ad avvicinarti alla meditazione, oppure a conoscere una pratica semplice che potrebbe apportarti utili benefici su corpo, mente e spirito, allora questo articolo potrebbe interessarti!


Intanto cerchiamo di capire di cosa si tratta….

Trataka, letteralmente significa “guardare fissamente” ed è una delle sei pratiche di purificazione dell’ hatha yoga, chiamate anche shatkarma.

Si tratta di una tecnica molto semplice, ma allo stesso tempo molto potente che può essere praticata da soli o in gruppo, anche da chi non ha esperienza.

Come ne suggerisce il nome, la pratica consiste nell’osservare prolungatamente un oggetto o un’immagine, cercando di non sbattere mai le palpebre.

La variante più diffusa è quella che prevede l’utilizzo di una candela e ora vi spiegheremo come poterla eseguire.



Trataka con candela


Iniziamo posizionando una candela all’altezza degli occhi, a circa un metro di distanza. Prima di cominciare è importante assicurarsi che non ci siano correnti d’aria a disturbare la fiamma e che la stanza sia abbastanza buia.

Seduti a terra in posizione comoda con schiena e testa dritte, ci prepariamo alla pratica focalizzandoci sul momento presente e sulla nostra respirazione, chiudendo gli occhi. Quando ci sentiamo pronti, li riapriamo mantenendo lo sguardo e l’attenzione sulla fiamma della candela per diversi minuti, con gli occhi ben aperti e cercando di non chiuderli nonostante l’impulso naturale di farlo. Lo sguardo fisso sulla fiamma andrebbe mantenuto almeno dai cinque ai dieci minuti, sbattendo il meno possibile le palpebre. Per normale reazione fisiologica, verrà da lacrimare: questo processo è assolutamente parte della pratica ed è necessario ad attivare la purificazione di cui accennavamo prima.


Possiamo poi richiudere gli occhi, portando l’attenzione sul punto tra le sopracciglia e sul respiro naturale, mantenendo il viso rilassato. Dopo poco, si ripetono nuovamente i passaggi per un altro paio di volte.

Terminati i cicli, la pratica continuerà ad occhi chiusi. Ancora in posizione seduta, cerchiamo qui di mantenere la mente libera dai pensieri e se questi arrivano, portiamo consapevolezza al nostro respiro, osservando il buio sulle palpebre ancora abbassate. Per quanto tempo? Questo dipende da noi!

Se vogliamo avvicinarci alla meditazione, prolungare quest’ultima fase di raccoglimento interiore sarà sicuramente utile in quanto preparatoria a predisporre la mente allo stato meditativo.

Prima di riaprire gli occhi, è consigliato strofinare un palmo della mano contro l’altro fino a produrre una sensazione di calore, unirli a coppa e portarli sugli occhi ancora chiusi. Qui possiamo osservare il buio e piano, piano riaprire gli occhi e riprendere contatto con l’esterno.

Trataka è una tecnica che sviluppa la capacità di concentrazione, aiutando a calmare e a stabilizzare la mente.


Il mantenere lo sguardo e l’attenzione su di un determinato punto (in questo caso la fiamma), aiuta infatti la mente a smettere di divagare e a raggiungere uno stato di rilassamento interno che per coloro che non hanno dimestichezza con la meditazione può costituire un primo ma potente passo in quella direzione.

Poi, come lo yoga ci insegna…. la costanza premierà il risultato!


Quali benefici?


Troviamo riferimenti a trataka ed ai suoi benefici in due testi classici dell’hatha yoga:


Praticando questo yoga, si realizza shambavi mudra e certamente tutti i disturbi degli occhi sono distrutti e si acquisirà una vista straordinaria”,

Gheranda Samhita.


Questa pratica distrugge tutte le malattie degli occhi. Trataka deve essere custodito e mantenuto segreto come uno scrigno di gioielli preziosi”,

Hatha Yoga Pradipika



Come ci suggeriscono i testi citati sopra, questa pratica è benefica sicuramente per gli occhi e la vista: rinforza infatti i muscoli che li circondano e aiuta a correggere la miopia.


Portando calma e chiarezza mentale, trataka aiuta a sviluppare la memoria e a alleviare disturbi come ansia ed insonnia. Eseguire questa pratica la sera, infatti, può migliorare la qualità del sonno poiché equilibra il sistema nervoso e le tensioni ad esso collegate. Inoltre, attraverso il processo di lacrimazione si attua una purificazione e pulizia, non solo degli occhi e della nostra vista, ma anche di quegli stati d’animo che possono “inquinarci” o appesantirci nel quotidiano.


La pratica può comportare dei rischi? Assolutamente no, ma inizialmente si dovrebbero evitare sforzi eccessivi. La capacità di mantenere gli occhi aperti senza sbattere le palpebre, si svilupperà gradualmente con la pratica.

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